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Cotonificio Amman

Descrizione e cenni storici sul cotonificio Amman a Pordenone

Pordenone - Ex Cotonificio AmmanNel 1875 lo svizzero Emilio Wepfer e l’austriaco Alberto Amman diedero vita al cotonificio

Amman & Wepfer in località alle Melosette vicino a Borgomeduna, una zona periferica, paludosa ma con un buon salto d’acqua. L’edificio si sviluppa solo al piano terra e l’illuminazione avviene dall’alto attraverso le coperture costituite da lunghi e piccoli tetti a capanna (shed) a due falde simmetriche.
Nel 1881 viene costruito sulla facciata la torre con orologio e il serbatoio d’acqua. Nel 1884 il complesso venne ampliato a sud, dove venne costruito il magazzino accanto all’edificio dedicato alla filatura. Dopo il 1881 il cotonificio Amman acquistò anche l’ex-maglio della Vallona, situato poco più a Nord del complesso, per sfruttarne la grande portata d’acqua.

A partire dal 1885 furono eliminate le tre originarie ruote idrauliche e al loro posto venne installata una turbina che, attraverso una potente dinamo Brown-Boveri, trasformò l’energia idraulica in energia elettrica. Fu avviata così la nuova centrale idroelettrica utilizzata per alimentare il cotonificio.
Nel 1893, su progetto della società Riva di Milano, iniziò la costruzione della filatura nuova: un corpo su due livelli, in asse con l’ingresso, la cui facciata ad ovest presentava una parte centrale aggettante con merlatura in pietra d’Istria a coronamento.
Essa era percorsa da ampie aperture ad arco a tutto sesto e finiture in mattone faccia a vista sottolineavano i cornicioni e il perimetro delle finestre. Agli inizi del ‘900 vengono costruiti gli alloggi per operai e impiegati e tra il 1903 e il 1909 nasce il canale Amman o Meduna, che riesce a convogliare l’acqua del Meduna.

Dopo il primo conflitto mondiale la fabbrica viene ricostruita nelle fattezze del 1893 eccetto la filatura nuova dove viene eliminato il secondo piano sostituito da un tetto a dente di sega. Dopo la piena del Noncello del 1966 il cotonificio cessa quasi tutta la produzione e si avvia verso un inesorabile processo di degrado che ha coinvolto tutti gli ambiti architettonici dell’insediamento, diventando oggi un luogo di abbandono e l’incuria.

pubblicato il 2018/12/11 16:24:00 GMT+1 ultima modifica 2019-08-30T09:19:02+01:00
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