Monumento ai Caduti
Alla fine della Prima Guerra Mondiale, per celebrare eternamente il ricordo di tutte le giovani vite spezzate dai tragici eventi bellici, vennero realizzati in tutta Italia innumerevoli monumenti ai Caduti. Le opere, collocate nelle piazze e nei giardini, avevano le forme di fiaccole votive, cippi, personificazioni dalla Vittoria o della Patria, sembianze di fanti o di eroici soldati.
Anche la città di Pordenone ebbe il suo monumento ai Caduti, la cui esecuzione fu affidata nel 1925 all’artista Aurelio Mistruzzi. Il monumento fu inaugurato nell’ aprile del 1929 alla presenza del principe Umberto di Savoia e di Italo Balbo. Nel 1973 venne realizzata la recinzione che circonda il manufatto.
Il monumento di Pordenone si colloca tutt’oggi all'interno dei giardini di piazzale Ellero ed è delimitato da una siepe continua di bosso. È costituito da un pedana lapidea a pianta rettangolare formata da gradoni, con la parte centrale rialzata contenente un riquadro con la dedicazione ai Caduti.
Nella parte inferiore vi è una fontana con una grande vasca a forma di conchiglia sovrastata da un mascherone raffigurante una medusa.
Al centro è collocato il gruppo scultoreo formato “dall’Italia che accoglie sotto il suo scudo gli eroi che per offrirle la Vittoria si sacrificarono”. Con queste stesse parole Aurelio Mistruzzi descrisse il bozzetto in gesso del monumento.
Ai lati del gruppo centrale lo scultore raffigurò anche i due fiumi sacri alla patria, l’Isonzo, disarmato dal tradimento, e il Piave, con l’elmo coronato di quercia, la palma del sacrificio e della vittoria e il gladio saldo in pugno.
Attualmente il monumento è privo dell'effige della Vittoria alata che si trovava nella mano sinistra dell’Italia e manca anche il gladio impugnato dalla mano destra del Piave.