Palazzo del Monte dei Pegni
Il palazzo del Monte dei Pegni venne realizzato in piazza della Motta nel 1767, come riporta l’iscrizione scolpita sul portale d’ingresso, in sostituzione della precedente sede, annessa all’ospedale dei Battuti e alla chiesa del Cristo, diventata angusta.
Il progetto dell'edificio è giunto sino a noi senza alcuna firma, ma sappiamo che ebbe l’approvazione del grande Matteo Lucchesi proto ingegnere della Serenissima, e che nel 1765 il costruttore pordenonese Giobatta Cajal (o Cagial) stese un preventivo di spesa. L’anno dopo il Cajal cominciò i lavori che furono portati a termine nel 1767.
Quando il palazzo aprì le sue porte, nel 1769, non aveva solo la funzione di Monte di Pegni, ma anche di biavaro, ossia di un deposito per il commercio del frumento del pubblico fontego, posto all’ultimo piano dell’edificio, cui si accedeva da una scala esterna Annesso al Monte di Pietà vi era anche il servizio di pesa del fieno, con relativo custode.
L’immobile mantenne la funzione di Monte di Pegni per tutto il XVIII secolo, ma durante la dominazione napoleonica cambiò spesso destinazione d’uso: nel 1803 divenne “deposito di fieno”, ospedale e nel 1815 venne adibito a caserma militare.
Successivamente, e fino ai primi del Novecento, tornò ad essere utilizzato come Monte dei Pegni. Seguì un periodo di incuria, dopo il quale venne rilevato dal Comune di Pordenone che lo convertì in dormitorio pubblico.
A partire dal 1968, al termine di un importante intervento di restauro, nel palazzo furono unificate le due biblioteche cittadine, quella civica e quella scolastica, fino a quel tempo disgiunte. Questa nuova funzione restò in vigore fino al 2010, anno in cui la Biblioteca civica venne trasferita all’interno dell’antico complesso che un tempo ospitava il convento dei monaci domenicani.