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Palazzo Ricchieri (Museo civico d'arte)

Descrizione e cenni storici su Palazzo Ricchieri a Pordenone, sede del Museo civico d'arte

Museo civico d'arte - Palazzo RicchieriPalazzo Ricchieri è uno degli edifici più antichi di Pordenone, lasciato in eredità al Comune nel 1949 dal conte Lucio Ernesto Ricchieri di Sedrano, con l'impegno da parte dell’ente pubblico di adibirlo “ad uso biblioteca, pinacoteca, archivio”, nonché di “conservare all’immobile il nome di Casa Ricchieri”.
Il desiderio del conte non è stato disatteso e dal 1970, dopo un importante restauro, il palazzo è la sede del Museo Civico d'Arte di Pordenone che ospita la pinacoteca, con opere tra l’altro di Giovanni Antonio de Sacchis, detto il Pordenone e una notevole sezione di scultura lignea.

In origine l’edificio era molto diverso da come lo vediamo oggi. La sua parte più antica è rappresentata da una massiccia casa-torre eretta nel XIII secolo, con base quadrata e fortificata a scopo difensivo, ancora visibile all’angolo del palazzo che si affaccia su piazzetta San Marco.

I Ricchieri, antichi commercianti di stoffe, nel periodo compreso tra il XIV e il XV secolo, si affermano economicamente e politicamente all’interno della città, ricevendo nel 1383 il titolo di nobiltà dalla Casa d’Austria, a cui è assoggettata la città, e nel 1389 anche dalla Repubblica Veneta.

In questo lasso di tempo, accanto alla casa-torre, acquisiscono un altro edificio, le cui decorazioni interne, realizzate ad affresco e databili tra la fine del XIV secolo e l’inizio del XV secolo, costituiscono una viva testimonianza della loro affermazione all’interno della società del tempo. Sono ancora visibili infatti sia al primo che al secondo piano lacerti affrescati ispirati sia al ciclo bretone delle storie di Tristano e Isotta, sia all’epica carolingia, oltre a scene di caccia e allegoriche.

Successivamente, tra XVI e XVII secolo si assiste a importanti interventi: l’accorpamento di ulteriore corpo di fabbrica, in origine separato da un passaggio libero (l’attuale atrio), e la completa ristrutturazione del palazzo, con modifica dell’intera facciata e con la costruzione dell’imponente scalone d’onore.

Al momento del lascito e fino agli anni ’60 del Novecento, il palazzo, smembrato e adattato ad abitazioni in affitto, risulta fatiscente, tanto che si pensò addirittura a una sua demolizione. Importanti lavori di restauro e adattamento a edificio pubblico vennero eseguiti nel 1965 e alla fine degli anni ’90.

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pubblicato il 2018/12/28 09:53:00 GMT+1 ultima modifica 2019-08-30T08:31:58+01:00
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