Sant’Antonio ab incarnario
Il piccolo oratorio denominato Sant’Antonio ab incarnario (o anche Sant’Antonio incarnario, a carnario, del carnaro) si veniva a trovare all’interno del recinto cimiteriale del Duomo, addossato a un edifico residenziale ancora esistente e, come si deduce dal nome stesso, aveva la specifica funzione di ossario.
È ricordato dalla metà del XIII secolo (1254) quando in esso si stipula un atto di compravendita tra il conte di Gorizia e Guido di Porcia ed è forse di fondazione precedente a quella della fase originaria del Duomo stesso.
Accanto alla funzione di ossario, l’oratorio aveva assunto anche quella di luogo di sepoltura, sotto il pavimento, di poveri e di infermi privi di mezzi, di deceduti del Pio Hospitale e di sconosciuti forestieri.
Nell’Ottocento l’oratorio perse le sue funzioni e ormai, quasi fatiscente, fu adibito a deposito di mobili e attrezzi del Duomo pur essendo proprietà dell’Ospedale. Venne poi abbattuto tra il 1892 e il 1895 e le macerie furono impiegate come materiale da costruzione in alcuni luoghi della città.
Rimane ancor oggi visibile la sola parete est dell’edificio dalla quale nel 1962 sono stati staccati e posti in salvo i resti di due affreschi facenti parte dell’apparato decorativo, oggi conservati presso il Museo civico d’Arte di palazzo Ricchieri.