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Monitoraggio della qualità aria in Via Piave

Dati di qualità dell'aria rilevati con la centralina mobile nel quartiere di Torre

I monitoraggi della qualità dell'aria con la centralina mobile data in gestione ad ARPA FVG, collocata nella zona di via Piave, in prossimità della scuola primaria Beato Odorico di Torre, sono stati svolti a partire dal mese di aprile 2019 fino alla fine del 2020.

Si inseriscono nell'ambito del progetto sviluppato dal Comune - con finanziamento POR FESR 2014 - 2020, in corso di realizzazione, per perseguire alcuni degli obiettivi di sviluppo urbano per il miglioramento della qualità della vita e in particolare della qualità dell'aria.

La centralina mobile è stata collocata nel quartiere di Torre con lo scopo di raccogliere dati correlabili alla rete di sensori di inquinamento atmosferico prevista dal progetto stesso e alle altre stazioni di misura parte della rete regionale di monitoraggio della qualità dell'aria di ARPA FVG.

Si riportano di seguito le conclusioni della "Relazione sulla qualità dell’aria presso la conurbazione di Pordenone Porcia" redatta da ARPA FVG:

“Facendo riferimento alla relazione del 2020 sulla qualità dell’aria in FVG, si riporta innanzitutto che la situazione generale della qualità dell’aria nel pordenonese è tutto sommato buona e confrontabile col resto della regione (quantomeno la zona di pianura), fatta salva la più marcata presenza di polveri aerodisperse tipica di quest’area; qui, infatti, si riscontrano sovente più di 35 giorni l’anno con superamento del limite giornaliero di 50 μg/m3 (cfr. D. Lgs. 155/2010). Perdurano su tutta la zona di pianura e di costa talune criticità rispetto alle concentrazioni estive di ozono.

Ciò premesso, di seguito verranno riassunti i risultati inerenti alla prima campagna di monitoraggio del POR-FESR adottato nella città di Pordenone effettuata nel corso dell’intero 2020 presso via Piave (Pordenone); i dati raccolti dal mezzo rilocabile (“MRC”) sono stati messi a confronto con quelli delle stazioni Arpa FVG di viale Marconi (stazione da traffico urbana di Pordenone – “MRC”) e di Porcia (fondo suburbano – “POR”).

Il monossido di carbonio (CO), monitorato soltanto dal mezzo rilocabile del Comune di Pordenone, è risultato, come atteso, di un ordine di grandezza al di sotto dei limiti di legge. Le emissioni di questo inquinante sono andate drasticamente riducendosi nel corso degli ultimi decenni in ambito urbano a seguito dell’introduzione delle marmitte catalitiche negli automezzi.

L’analisi dei dati relativi agli ossidi di azoto ed in particolare al biossido di azoto (NO2) ha evidenziato concentrazioni pari a circa la metà dei limiti di legge (media annua: circa 20 μg/m3 vs 40 μg/m3; massimo orario: circa 100 μg/m3 vs 200 μg/m3), in conformità a quanto rilevato sul resto della regione.

Per questo inquinante si evidenzia una variazione stagionale e giornaliera ben definite secondo cui le concentrazioni maggiori si hanno rispettivamente nei mesi freddi e nelle ore notturne a causa della contrazione dello strato di rimescolamento dell’aria (la porzione di atmosfera più vicina al terreno).

Confrontando le tre stazioni, quella di viale Marconi ha registrato i valori più elevati in quanto più direttamente impattata dal traffico urbano. Riguardo a via Piave, essa sembra aver subito un maggiore impatto del traffico nei primi mesi dell’anno mentre, poi, tali impatti sembrano più contenuti; ciò potrebbe essere connesso agli effetti delle restrizioni legate alla pandemia (didattica a distanza negli istituti scolastici) ovvero alla modificazione del traffico veicolare durante i lavori stradali di novembre e dicembre. Riguardo a Porcia, i dati sono confrontabili a quelli di via Piave anche se nel periodo estivo le medie sono risultate leggermente più alte e si sono osservati valori tendenti a quelli di viale Marconi nelle ore preserali quasi ad indicare un impatto del traffico diverso da quello strettamente urbano.

L’ozono, inquinante secondario la cui formazione è determinata da reazioni fotochimiche, è tipicamente più presente nel periodo estivo. Fra aprile e settembre, infatti, su tutta la regione, con minor incidenza soltanto sulla zona montana, nel 2020 si sono verificati vari sforamenti del valore obiettivo (120 μg/m3).

Nella conurbazione Pordenone-Porcia questo parametro è stato monitorato dal mezzo rilocabile del comune di Pordenone e dalla stazione di Porcia ma non da quella di viale Marconi in quanto stazione da traffico. In via Piave le concentrazioni di ozono sono risultate inferiori rispetto a quelle di Porcia e ciò ha influito, non tanto sul valore medio (tutto sommato simile nei due casi), quanto piuttosto sul numero di superamenti annui del valore bersaglio di 120 μg/m3; a Porcia questo limite è stato superato 14 volte mentre in via Piave ben 37 volte, superando così la soglia di 25 giorni/anno indicata dal D.Lgs. Questa discrepanza dipende con ogni probabilità dal fatto che nel periodo estivo a Porcia si sono registrati maggiori valori di NO a loro volta probabilmente dovuti ad un maggior impatto del traffico. È noto infatti che il monossido di azoto (NO), non appena emesso dagli automezzi, consuma l’ozono presente (O3) per formare biossido di azoto (NO2) ed ossigeno biatomico (O2).

Riguardo alle polveri aerodisperse va detto che, nell’area indagata, le concentrazioni medie annue sia di PM10 (26 μg/m3) che di PM2.5 (18 μg/m3) sono rimaste ben al di sotto dei rispettivi limiti di legge (40 μg/m3 e 25 μg/m3). Si riporta che comunque nell’ex provincia di Pordenone le medie annue sono leggermente più elevate del resto della regione; è sufficiente confrontare le medie annue del PM10 nei quattro capoluoghi: Gorizia 19 μg/m3, Pordenone 26 μg/m3, Trieste 19 μg/m3, Udine 20 μg/m3. Maggior scostamento, su scala regionale, si è evidenziato per il numero di giorni con superamento del limite giornaliero di 50 μg/m3; posto il tetto annuo consentito di 35 giorni oltre i 50 μg/m3, a Pordenone (viale Marconi) il conteggio nel 2020 si è attestato a 38, mentre ben minore è stato l’ammontare negli altri capoluoghi (Gorizia 10 giorni, Trieste 10 giorni, Udine 13 giorni).

Per le polveri, in generale, si osserva una spiccata stagionalità: fra ottobre e marzo si hanno le concentrazioni più elevate e si conta la quasi totalità degli sforamenti, fatti salvi eventuali fenomeni di trasporto long-range o specifiche attività locali (scavi, demolizioni, ecc.). Oltre al fenomeno dell’abbassamento dello strato di rimescolamento dell’aria e altri determinanti climatici od orografici, la maggior quantità di polveri nel periodo invernale è fortemente legata al riscaldamento domestico (soprattutto combustione di biomasse) che, ben più del traffico veicolare, costituisce un’importante fonte di particolato atmosferico primario.

Se si confrontano i dati raccolti nella conurbazione Pordenone-Porcia, si osservano scarsissime differenze riguardo alla media annua di PM10 (Pordenone, via Piave 28 μg/m3; Pordenone, viale Marconi 26 μg/m3, Porcia 23 μg/m3) e una fluttuazione delle concentrazioni pressoché sincrona nel tempo ad indicare una dipendenza pressoché univoca dai determinanti meteoclimatici, i quali, a loro volta, possono implicare la necessità o meno di utilizzo del riscaldamento domestico, piuttosto che la probabilità più o meno elevata di accumulo degli inquinanti (stagnazione delle masse d’aria) o di formazione dell’aerosol secondario. Differenze più pronunciate, e in tutti i tre casi con superamento della soglia di legge, hanno riguardato il numero di sforamenti (Pordenone, via Piave 49 giorni; Pordenone, viale Marconi 38 giorni, Porcia 36 giorni). Nell’insieme Porcia risulta per ambo i parametri la meno impattata dei tre siti; riguardo a viale Marconi e via Piave non è facile fare dei confronti visto che il dato rilevato in PNC è verosimilmente sottostimato a causa di un problema elettrico della stazione che ne ha interrotto il funzionamento proprio durante alcuni giorni di dicembre caratterizzati da elevate concentrazioni di inquinanti mentre le misurazioni di PM10 in via Piave sono state verosimilmente falsate dai lavori stradali eseguiti in loco fra novembre e dicembre che, con ogni probabilità, hanno generato un surplus di polveri aerodisperse nelle immediate vicinanze del cantiere.”

Per approfondimenti consulta l’intera Relazione di ARPA FVG per Pordenone (aprile 2019 – dicembre 2020) - PDF.

pubblicato il 2021/11/25 16:43:00 GMT+1 ultima modifica 2022-01-19T09:20:16+01:00
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