Botteghe di quartiere, dal Comune contributi fino a 5 mila euro
15 ottobre 2018
Plafond di 100 mila euro. Gli aiuti copriranno il 50 per cento degli investimenti di negozi, bar, locali e attività artigianali fuori dal ring, fino all’esaurimento del plafond. Tra un mese il bando, poi via libera alle domande.
Un fondo di 100 mila euro per aiutare le botteghe di quartiere, esterne al ring. Lo metterà a disposizione il Comune che ha deciso così di aiutare i negozi dei rioni, dal panettiere al macellaio, dal bar al ristorantino, ma anche le attività artigianali come falegnami, riparatori di biciclette, calzolai. Insomma, le care vecchie botteghe di periferia, sotto casa, che sfidano i grandi centri commerciali.
CONTRIBUTI
Il plafond verrà erogato sotto forma di contributi a coprire il 50 per cento delle spese sostenute dai commercianti per l’acquisto di beni materiali e immateriali, la sostituzione di impianti (per esempio condizionatori e caldaie), l’insonorizzazione dei locali. I contributi oscilleranno da un minimo di 2500 a un massimo di 5 mila euro, fino all’esaurimento dei fondi. Ciò significa che la spesa minima da sostenere per accedere agli aiuti è di 5 mila euro. Va precisato che per ora la giunta comunale ha approvato solo i criteri di assegnazione dei bonus economici. Tra un mese circa uscirà il bando, fondato su tali criteri, e si potrà presentare domanda. Al riguardo il Comune fornirà tutte le informazioni tramite i media locali e il proprio sito web.
SOSTEGNO ANNUALE
A volere la misura sono stati il sindaco Alessandro Ciriani e l’assessore al commercio Emanuele Loperfido. «E’ il nostro “bando delle periferie” – commenta quest’ultimo – con il quale supportiamo tramite risorse comunali le attività commerciali e i pubblici esercizi fuori dal ring. Chi investe sulla propria attività potrà usufruire di un aiuto per l’acquisto di arredi, l’insegna, o magari il software per la fatturazione elettronica». Un provvedimento, peraltro, coerente con la linea di attenzione dell’amministrazione comunale verso i rioni cittadini. «Il Comune – spiega il sindaco - riconosce concretamente il ruolo sociale dei negozi di quartiere. La qualità della vita dipende anche dalla vicinanza di servizi essenziali che altrimenti si troverebbero altrove, con svantaggio per i residenti, specie anziani o in difficoltà. Non è un’azione una tantum – prosegue - ma cercheremo di mettere a disposizione questa somma ogni anno per le botteghe fuori dall’anello circolatorio. D’altra parte continueranno le altre forme di tutela e appoggio ai negozi del centro, come gli eventi finalizzati a proprio al loro supporto».
PUNTEGGI
I criteri di assegnazione dei contributi si dividono in tre macro categorie: tipologia di attività, anzianità dell’esercizio, investimento effettuato. Ognuna di esse si articola in tre criteri.
Tipo attività
-Negozi che vendono alimentari (20 punti)
-Attività artigianali a servizio dei residenti (15 punti)
-Negozi non alimentari (7 punti)
Anzianità
-Aperti da oltre 10 anni (7 punti)
-Aperti da meno di 10 anni (5 punti)
-Aperti da meno di 5 anni (3 punti)
Investimento
-Superiori a € 15 mila (6 punti)
-Tra 10 e 15 mila (4 punti)
-Tra 6 e 10 mila (2 punti)
Esclusi dai contributi chi ha già ricevuto aiuto dai fondi europei Pisus, chi ha macchinette per il gioco d’azzardo, i sexy shop e i negozi monoprezzo.