Rinnovata la convenzione per 4600 persone assistite dai tutori
Firmato da Comune e Tribunale di Pordenone il rinnovo dello sportello degli amministratori di sostegno, in funzione da 10 anni presso il palazzo di giustizia. La convenzione prolunga per i prossimi quattro anni il servizio riguardante appunto i tutori assegnati dal giudice alle persone (4600 a Pordenone e provincia) che non sono in grado di provvedere ai propri interessi e beni poichè anziane o affette da problemi fisici o psichici.
STRUMENTO SOCIALE FONDAMENTALE
«La proroga è importante – ha spiegato l’assessore alle politiche sociali Eligio Grizzo - perché lo sportello svolge un ruolo fondamentale per semplificare la vita agli assistiti e agli stessi amministratori di sostegno nella produzione di documenti e pratiche». A siglare il documento sono stati il sindaco Alessandro Ciriani, il presidente del Tribunale Lanfranco Tenaglia e la dirigente dei servizi sociali del Comune, Miralda Lisetto. «Il rinnovo conferma e irrobustisce il servizio - ha sottolineato Ciriani - è un protocollo dalla valenza sociale rilevante poiché permette di dare un aiuto alle tante persone che ne hanno bisogno» nella gestione dei propri interessi. «Vanno ringraziati i volontari e il tribunale del presidente Tenaglia con cui si è da subito instaurata una proficua collaborazione, anche in merito al progetto che riqualifica la sede dei giudici di pace» (l’ex casa maternità e infanzia lungo la Rivierasca).
SERVIZIO PER 4600 PERSONE
Le 4600 persone assistite hanno un’età media di 75 anni. Il 62 per cento sono donne. I disabili sono il 40 per cento (di questi il 25,2 disabili fisici e il 12,6 disabili intellettivi), gli anziani non autosufficienti il 43,2, gli invalidi civili il 63 per cento e le persone con problemi legate alle dipendenze il 2,4. Gli sportelli del Pordenonese «sono una delle realtà italiane più importanti» per numeri e qualità, ha sottolineato Tenaglia. «Questo servizio evita a chi è difficoltà di entrare nell’area della marginalità e costituisce quindi anche un risparmio di spesa sociale». Tre, secondo Tenaglia, i fattori che ne determinano la validità: «primo, è un vero e proprio strumento di welfare; secondo, il sostegno dell’amministrazioni locali; terzo, l’efficacia della rete di volontariato».
I TUTOR-VOLONTARI
Il numero degli amministratori di sostegno è di poco inferiore agli assistiti, visto che alcuni affiancano più persone. Il 98 per cento non percepisce alcun compenso. Il loro identikit? L’età media è di 59 anni, il 52 per cento donne. Nell’80 per cento dei casi si tratta di familiari, i volontari sono il 14 per cento, i liberi professionisti il 5 per cento e l’1 per cento figure istituzionali.
GLI SPORTELLI
La parte del leone la fa lo sportello di Pordenone che gestisce quasi la metà degli assistiti, esattamente il 48 per cento (dati 2012-2017). Il tribunale, in virtù della convenzione, dà in comodato gratuito ai servizi sociali del Comune due stanze per gestire lo sportello. A sua volta il Comune delega il servizio ai circa 15 volontari dell’associazione Martino, nata a tale scopo 10 anni fa. «Sono circa 4 mila le ore di volontariato che mettiamo a disposizione in un anno svolgendo un lavoro di front office e back office», ha spiegato il presidente dell’associazione, Claudio Negrini, che cura anche la formazione degli amministratori di sostegno. Sul territorio vi sono anche altri sportelli che fanno capo al tribunale del capoluogo. Tra questi Sacile e San Vito al Tagliamento che gestiscono ciascuno l’11 per cento dei casi, Azzano Decimo (9 per cento), Maniago (5 per cento), Spilimbergo (2 per cento) e il vicino Veneto con Portogruaro (11 per cento).