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Sociale, accordo Comune e Aas 5 per coordinare e potenziare i progetti nei quartieri

06/10/2017 – Patto operativo per armonizzare i progetti sociosanitari, aggregativi e educativi. E, nel 2018, via libera al recupero degli appartamenti dismessi di via Prata: diventeranno un open space per i giovani di Vallenoncello.
Sociale, accordo Comune e Aas 5 per coordinare e potenziare i progetti nei quartieri
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Patto operativo per armonizzare i progetti sociosanitari, aggregativi e educativi. E, nel 2018, via libera al recupero degli appartamenti dismessi di via Prata: diventeranno un open space per i giovani di Vallenoncello.
Comune di Pordenone
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2020-09-07T10:43:19+01:00

Accordo per coordinare gli interventi

Se ne parlava da almeno 20 anni, ma non si era mai concretizzato. Ora invece è diventato realtà l’accordo con cui Comune e Azienda sanitaria uniscono e coordinano le loro forze per rendere più efficaci i progetti e le iniziative sociali nei quartieri. A siglare il patto in Municipio, giovedì scorso, sono stati il sindaco Alessandro Ciriani e il direttore dell’Aas 5, Giorgio Simon. Una firma a suo modo storica che armonizzerà e potenzierà il cosiddetto «lavoro di comunità», cioè tutti quei progetti attivi in città che intercettano bisogni e fragilità sociali e promuovono adeguate iniziative di aggregazione, prevenzione e animazione coinvolgendo direttamente i residenti e la rete di associazioni e parrocchie.


I progetti: dal doposcuola al «Pedibus»

Progetti di successo costruiti assieme alle comunità per migliorarne la qualità della vita. Tra questi «Genius Loci» grazie al quale, per esempio, è stato istituito a Villanova il doposcuola per i bimbi delle elementari (un servizio che non esisteva e che nascerà anche a Vallenoncello) e il «Pedibus», l’iniziativa che comincerà lunedì, sempre a Villanova, per portare a piedi i bimbi a scuola  con l’accompagnamento di polizia municipale e volontari. O, ancora, i progetti «Prometeo» e «Top» per la prevenzione delle devianze, con gli «educatori di strada» che si muovono nei luoghi di aggregazione dei ragazzi di medie e superiori. Il protocollo coinvolge a pieno titolo anche il terzo settore, il mondo educativo e della scuola con i quali vengono definiti programmi e azioni, per esempio riguardo la prevenzione al bullismo.


Risorse economiche e personale specializzato

Ora tutte queste azioni, prima scollegate, verranno messe a sistema. «Uno sforzo inedito - ha spiegato il funzionario dei servizi sociali comunali, Stefano Franzin - per evitare la frammentazione degli interventi e delle risorse pubbliche. Abbiamo sperimentato tante iniziative ma ora con questo accordo si lavora in modo più chiaro, con una regia condivisa». Gli operatori agiranno fianco a fianco, in modo sinergico. L’accordo istituisce un tavolo tecnico (già riunitosi subito dopo la firma) per definire priorità a varare un piano dettagliato di azioni. Il patto è sostenuto con risorse economiche e personale dedicato. Nell’accordo sono previsti 90 mila euro in tre anni dell’Azienda sanitaria. Ma ce ne sono altri 480 mila euro nel bilancio del Comune di Pordenone in quanto ente gestore di questi fondi per i comuni dell’Uti del Noncello. Messa inoltre a disposizione del Comune una squadra dedicata ai servizi socio-educativi e appunto allo sviluppo di comunità. L’équipe è formata da Franzin, Rita Capettini e Carlotta Galli, assistenti sociali di vasta esperienza.


Gli effetti positivi del patto

«Dello sviluppo del welfare di comunità si discute da lungo tempo – ha commentato Ciriani - oggi ne diamo attuazione concreta con un protocollo operativo dai molteplici effetti positivi: il coinvolgimento del territorio e dei cittadini, l’istituzione di una rete coordinata che costruisce progetti mirati, irrobustisce le iniziative esistenti, fa prevenzione, verifica i risultati per eventualmente ricalibrare le azioni da mettere in campo». Soddisfatto anche Simon per l’intesa che valorizza «il lavoro sul campo che c’è da diversi anni. Questa è l’unica soluzione per il futuro. I servizi devono funzionare dentro le comunità per favorire la cittadinanza attiva e l’autonomia» dei beneficiari degli interventi. Alla firma del documento c’erano anche Francesco Stoppa, psicologo del dipartimento di salute mentale e coordinatore di Genius loci; Pietro Defend, psicologo del consultorio familiare; Siro Carniello, direttore del dipartimento di assistenza primaria dell’Aas 5. Quest’ultimo ha ringraziato il Comune sottolineando che «la logica di comunità è fondamentale per non lasciare soli i cittadini».


Nel 2018 centro aggregazione a Vallenoncello

Presente inoltre l’assessore alle politiche sociali Eligio Grizzo che, oltre a rimarcare le azioni positive nei quartieri dei progetti come Genius Loci, ha annunciato che «il Comune è riuscito a ottenere - attraverso il “piano casa” e arrivando primo in graduatoria tra i Comuni Uti - un finanziamento regionale di 400 mila euro per recuperare i quattro appartamenti comunali di via Prata a Vallenoncello, abbandonati e dismessi da 20 anni. Li trasformeremo in un “open space” con attività educative e sociali per i giovani del quartiere. Diventerà un punto di riferimento per l’intera comunità». La nuova struttura, salvo imprevisti, dovrebbe aprire nel 2018. Una riqualificazione che si aggiungerà a quella del prefabbricato di via San Quirino dove due settimane fa, con fondi propri e della Fondazione Bcc, l’Amministrazione ha inaugurato la casa delle associazioni di volontariato sociosanitario e lo studio medico per indigenti.

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