Venduto l'edificio ex Banca d’Italia, ospiterà attività commerciali e uffici
Lo storico immobile di piazza Cavour che ospitava la Banca d’Italia, sfitto da anni, è stato acquistato da una società pordenonese. L’edificio rinascerà nei prossimi mesi per diventare sede di uffici e soprattutto di attività commerciali.
L’operazione, promossa e supportata dal Comune, è stata condotta dall’agente immobiliare Bruno Paludet. «C’è stata una gara con due società partecipanti entrambi pordenonesi - spiega Paludet - e una delle due si è aggiudicata il bene». L’edificio è di circa 2400 metri quadrati complessivi, compreso il sotterraneo con il caveau. «L’acquirente – spiega ancora l’operatore immobiliare - ha intenzione di compiere una ristrutturazione complessiva, escluso il caveau» (demolirlo e asportarlo sarebbe troppo costoso, ndr).
Ma soprattutto «c’è già un interessamento avanzato da parte di un’attività commerciale che vende beni di largo consumo, di primaria importanza a livello nazionale, per prendere in locazione il piano terra e il primo piano, in tutto 1100 metri quadrati. Invece al secondo e terzo piano (700 metri quadrati) valuteremo assieme al proprietario se fare uffici – e questa è la soluzione più probabile - oppure ricavare cinque appartamenti di prestigio». Il tutto, comunque, marcerà in tempi tecnici piuttosto rapidi. «L’aggiudicazione – spiega ancora Paludet - è subordinata all’omologazione dell’asta (riguarda le verifiche di legge come antiriciclaggio e assenza di procedimenti penali, ndr) che dovrebbe arrivare già entro fine mese, dopo di che si effettuerà il rogito. Nell’arco di 90 giorni dovremmo aver definito gli accordi e cominciare i primi insediamenti».
Per il sindaco Alessandro Ciriani si tratta di «un’ottima notizia, perché restituisce a Pordenone uno dei suoi immobili più importanti, nel cuore della città, e gli dà una funzione non di puro servizio, ma di attività viva, che darà luce al centro città e a piazza Cavour. L’operazione è la dimostrazione di una Pordenone che sta tornando vitale e attrattiva visto che ci sono investitori, anche di rilievo, pronti a scommettere su di essa». La rinascita dell’ex sede della Banca d’Italia, continua il sindaco, «è in linea con la voglia di crescita della città testimoniata anche da altri recuperi come palazzo San Marco, palazzo Boranga e da diverse attività che aprono. Ciò fa ben sperare anche per altre iniziative a cui stiamo lavorando, sempre sotto traccia per non creare facili entusiasmi, ma che stanno dando frutti una per una».
«Ci siamo resi parte attiva nell’operazione – rimarca l’assessore Cristina Amirante. - Il ruolo del Comune, in particolare, è stato quello di rendere più appetibile l’immobile sul mercato. Abbiamo coinvolto la Banca d’Italia suggerendogli di fare la richiesta di variante urbanistica al piano di recupero. Ciò al fine di dare più possibilità di trasformazione all’immobile e quindi maggiore appetibilità per l’asta. Si è dimostrata una mossa decisiva».