Governare la società dei dati
Devi accettare i cookie di youtube per vedere questo contenuto.
Per favore abilitali oppure gestisci le tue preferenzeL'intervento di Alberto Cottica al simposio inaugurale (Palazzo Badini, 15 settembre 2012).
- Le politiche pubbliche non funzionano più, a tutti i livelli. Il tasso di complessità del mondo è aumentato al punto che le strutture amministrative non riescono più a reggere. Più gli uomini sono potenti e più si dichiarano impotenti.
- Alcune persone propongono di risolvere lo stallo utilizzando la collaborazione di larga scala tra cittadini e istituzioni. I cittadini contengono riserve straordinarie di competenze, di informazioni granulari sul territorio e passione civica e trasformativa.
- Il web sociale è costruito per la collaborazione di massa, abbassa i costi della partecipazione e premia i contributi migliori con visibilità e prestigio. Incentiva la partecipazione sui temi su cui siamo più preparati o appassionati.
- Se fosse possibile portare il modello di collaborazione di Wikipedia all'azione di governo potremmo rendere le politiche pubbliche molto più efficaci, l'azione stessa più trasparente e la democrazia più forte. È quello che chiamiamo governo aperto, o wikicrazia.
- Quando svolgete un'attività attraverso una piattaforma digitale avete il monitoraggio di ciò che fate praticamente gratis. Questo ha generato un diluvio di dati a basso costo. Da qui una nuova centralità del dato nella nostra società e la ricerca di nuovi utilizzi.
- La stessa idea - monitorare quello che stiamo facendo e riutilizzare i dati che produciamo facendolo per nuovi usi - è al cuore del modello della smart city.
- Della società dei dati facciamo già parte tutti. Aziende di grande successo ci offrono servizi di grande utilità, che utilizziamo praticamente gratis. In cambio del loro servizio, noi cediamo a Google, Facebook, Twitter, Gmail, Flickr la proprietà dei dati che generiamo usandoli.
- Le preoccupazioni sulla privacy non rallenteranno nemeno l'avanzare la società dei dati. Non il se, ma il come. Chi tiene i dati: il comune che ho eletto o un'azienda americana con sede nella Silicon Valley? Chi ha giurisdizione sulle informazioni?
- È in arrivo un cambiamento profondo, non siamo particolarmente preparati per viverlo. Possiamo cavalcare l'onda, perché ci porti verso la società che vogliamo costruire.
- Le grandi quantità di dati permettono all'umanità di fare cose nuove e di fare cose vecchie in modo nuovo. Credo che permettano anche alle amministrazioni di collaborare con i cittadini in modo nuovo, abbandonando l'idea di piano a lungo termine e rivalutando l'idea di monitoraggio e di reazione rapida.
- La proposta che vengo a farvi è di combinare la wikicrazia con la società dei dati per ottenere un ibrido che abbia l'apertura della prima, ma il rigore quantitativo della seconda. Oggi le istituzioni pubbliche non hanno questa capacità e non credo l'avranno mai.
- Possiamo fare subito due cose: prevedere dati aperti sempre e dotare il settore pubblico di piattaforme di interazione online che consentano ai decisori pubblici di collaborare con i cittadini e imparare a farlo sempre meglio.
- Considerate se davvero volete utilizzare Facebook per dialogare sul nuovo Piano regolatore, lasciando il controllo dei dati ad altri. Loro diventano più bravi a vendere e voi non diventate più bravi a collaborare.
- La smart city è inevitabile. La smart city non è un fatto tecnologico. Noi possiamo fare molto, accettando piccoli sacrifici per fare in modo che l'istituzione cresca nell'interazione con i cittadini.