Il percorso del Museo Archeologico
Il Museo documenta, con un articolato e accattivante percorso che si snoda in più di 20 sale, i numerosi e importanti siti archeologici dell’alta pianura pordenonese occidentale, dalla Preistoria più antica fino al Rinascimento.
Infatti, attraverso un’esposizione ricca di ricostruzioni, ambientazioni, video e pannelli illustrativi, si presentano i luoghi preistorici più antichi (Grotte di Pradis, Sequals, Piancavallo, Bus de la Lum, Palù di Livenza [sale 1-2-3-4, foto], i siti Neolitici [sale 5-6-7-8, foto] e dell’età del Rame [foto sale 8-9] della destra Tagliamento tra cui Fagnigola, Valer, Bannia di Fiume Veneto, Palù di Livenza e Meduno.
Nella successiva sezione di Protostoria sono presentati alcuni materiali dell’età del Bronzo [sale 10-11, foto] provenienti dai siti di Castellir di Palse, Sesto al Reghena e San Tomè di Dardago, unitamente alla ricostruzione di un forno per la fusione dei metalli.
Il percorso relativo all’età del Ferro [sale 12-13, foto] illustra fondamentalmente le strutture dei castellieri di Gradisca di Spilimbergo e di Palse di Porcia, e del sito del Monte Castelir presso Caneva.
La sala successiva è relativa ai materiali della tarda età del Ferro [sala 14, foto], tra cui alcuni oggetti riferibili a luoghi di culto e alla necropoli di San Floriano di Polcenigo e dell’epoca della Romanizzazione [sala 14, foto], documentata da contesti e corredi funerari dal territorio pordenonese.
La sezione romana [sale 15-16, foto] è quasi interamente dedicata al complesso della Villa romana di Torre (I-IV sec.d.C.) che si estendeva dalle strutture superstiti della villa in bassura fino agli ambienti posti sull’altura della chiesa e soprattutto sul parco del castello. Nella sala 15 sono presenti materiali da costruzione della villa, i prodotti ceramici che circolavano nell’area di Torre e alcuni esempi di marmi pregiati della decorazione pavimentale e parietale della villa stessa. Le decorazioni parietali più raffinate, cioè gli affreschi che decoravano le stanze della residenza, sono apprezzabili nella sala 16 dove trova spazio la restituzione di due possibili pareti affrescate della villa, realizzate dopo attento studio dei lacerti inseriti in un ricostruito schema parietale di III stile pompeiano (inizi del I sec.d.C.).
La sala successiva [sala 17, foto] propone al visitatore alcuni materiali dell’epoca tardoromana. Si tratta di un tesoretto di monete d’argento del III sec.d.C. rinvenuto a Sacile e soprattutto di alcuni contesti tombali di epoca tardoromana (IV-V sec.d.C.) da San Floriano di Polcenigo, San Tomè di Dardago, San Martino di Aviano e la stessa Torre di Pordenone. Di quest’ultimo cimitero tardoantico si espone la tomba di bambino rinvenuta in questa necropoli pluristratificata e rimontata nella sala così come è stata scoperta e scavata.
Nelle successive sale [sale 18-19, foto] è presentata la ricostruzione di due contesti cimiteriali altomedioevali, quello di epoca longobarda (VII sec.d.C.) di Tramonti di Sotto e quello post-carolingio (cultura di Köttlach, IX-XI sec.d.C.) scoperto in centro a Pordenone sotto le fondazioni del medioevale Palazzo Ricchieri.
L’allestimento si completa con la sala [sala 22 foto] riservata alla figura del conte Giuseppe di Ragogna e alla sua dimora, il castello di Torre, cui fa seguito un altro spazio dedicato ad alcuni castelli del pordenonese oggetto di scavi archeologici, quello di Caneva e Meduno [sala 23], a conclusione del percorso di epoca medievale e rinascimentale già in parte allestito con le ceramiche medievali (maioliche arcaiche) di Palazzo Ricchieri [sala 20, foto] e con gli scarti di ceramiche rinascimentali graffite provenienti dalle fornaci cittadine di Vicolo delle Mura e di Torre stessa [sala 21, foto].
Conclude l’esposizione museale una sala dedicata ad alcune collezioni di oggetti pervenuti al Museo grazie a donazioni: la collezione Micheluzzi di vasi etruschi e la collezione Coran di reperti magnogreci [sala 24, foto]. Per poter in qualche modo contestualizzare questi materiali sono state ricostruite due possibili ambientazioni, rispettivamente una tomba etrusca entro cui inserire i vasi di corredo funerario e un santuario magno-greco, reso con un altare e un deposito votivo, dove trovano posto oggetti miniaturistici inseribili nella sfera rituale.