Ballo campestre
9 aprile 2020
Primo appuntamento con #MuseiADomicilio - Un servizio rivolto a tutti gli studenti e insegnanti. All'interno del Museo civico d'Arte c'è un'opera, di quasi 7 metri di lunghezza, che rappresenta uno spaccato della vita popolare del cinquecento...
Il ballo campestre, realizzato nel quarto decennio del XVI secolo, è una pittura murale a tempera stesa su intonaco asciutto e non ad affresco. Fu realizzata per il palazzo cittadino appartenuto a Girolamo Rorario, poi demolito nel 1840 circa. Staccato dal muro per poterlo salvare, venne collocato nel 1928 nell’aula consiliare del Municipio di Pordenone e li rimase fino al suo allestimento all’interno del Museo nel 1976.
Le decorazioni di Palazzo Rorario comprendevano anche dipinti a tema mitologico collocati in diversi ambienti dell’edificio; inizialmente attribuiti al Pordenone, solo successivamente si poté arrivare ad affermare che l’opera era ideata dal de’ Sacchis e poi affidata ad altra mano.
Ma cosa viene rappresentato nel fregio? Un momento di vita popolare, una festa dove suonatori “che danno fiato alle rustiche pive ed alle trombe” (cit. de Maniago, 1918) e danzatori si muovono in uno spazio all’aperto: alle loro spalle un vasto paesaggio, ispirato alla campagna friulana, dove si vedono paesi, colline e montagne in lontananza.
Vengono documentati fedelmente abiti, acconciature e strumenti musicali, un’attenzione che colloca l’opera in un momento reale, di vita quotidiana.
A livello didattico l’opera ci pone delle domande che possono essere lo spunto per ulteriori riflessioni: prima fra tutte cosa voleva raccontarci il pittore?
Una festa dopo la vendemmia (Autunno)? L’arrivo della bella stagione (Primavera)? Possiamo così parlare dello scorrere del tempo attraverso le stagioni e a come possono essere rappresentate: osserviamo i colori utilizzati; la vegetazione in parte verde e in alcuni punti spoglia. Possiamo raccontare le usanze e le abitudini che scandivano le giornate del popolo: la festa dopo un raccolto? La convivialità che segue a tanto lavoro e sacrificio?
Interessante la successione con cui vengono rappresentati i personaggi: una linea “temporale” dove, con un colpo d’occhio, possiamo ammirare tutti i festanti.
L’opera è oggi visibile nella sala 5 al secondo piano.
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